Mi raccomando - Progetto Conar. Ipotesi iniziale di un lavoro sul tema della precarietà.
Il lavoro si concentra su quelle che sono le acutizzazioni (oltre quelle di carattere psicologico) che l’incertezza legata alla precarietà genera. Tra queste la raccomandazione rappresenta una pratica largamente diffusa. Una forma di malcostume che si manifesta nella richiesta esplicita di un posto di lavoro al politico o al potente di turno e che da da molti viene indicato come il viatico per uscire dalla situazione di difficoltà lavorativa. Il termine mi raccomando tuttavia può assumere diverse sfaccettature semantiche: Il mi raccomando può essere inteso come ultimo appello alla divinità (per esempio nell’impossibilità di uno sbocco professionale adeguato alle proprie competenze) Il mi raccomando può essere usato anche in risposta a qualcuno per esortarlo a porre la massima attenzione in quello che deve fare (Il mi raccomando materno, più intimista).
Si parte alcuni giorni prima l’inaugurazione della mostra con la disposizione di alcuni manifesti a ridosso del cortile antistante l’abitazione riportante la notizia dell’inaugurazione del comitato italiano raccomadazioni sezione di Lecce con l’indicazione dell’inaugurazione per il 6 di aprile (coincidente dunque con l’inaugurazione della mostra). Verranno indicati inoltre orari di apertura al pubblico (come ufficio pubblico), sito web di riferimento www.conar.eu, l’invito alla cittadinanza (i potenziali raccomandati) e alle persone influenti (i potenziali raccomandatari) ad esser presenti a partecipare all’inaugurazione.
Dell’apertura dell’ufficio verrà data ampia diffusione attraverso il web e agli organi di stampa ed istituzioni. Il sito web conterrà collegamenti fittizi (attraverso accordi con amici e sostenitori) con altri paesi d’Europa. Si pensa anche ad un manifesto per le vie di Lecce.
Nel giorno dell’inaugurazione la stanza sarà munita di un tavolo un pc atti a ricevere le eventuali candidature.
Alle pareti della stanza verranno appesi dei lavori prestati dagli altri artisti presenti alla collettiva come puro “elemento decorativo” (nel caso di opere visive bidimensionali) proprio a simboleggiare il ruolo marginale che ha l’arte ai giorni nostri.e, parallelamente, si metterà in atto una mostra nella mostra.