Materiale: legno, carta, luce wood.


Tipologia di lavoro: posizionamento di una scritta (600 x 70 cm) su due palazzi del centro storico di Galatina (Le)


La frase può assumere agli occhi di chi legge diversi significati:
1) Un aspetto biologico: la morte è concepita da sempre come un accadere che non riguarda strettamente un io personale ma lo si relega al si muore generalizzato. Ciò fa si che la stessa passi per un qualcosa di indefinito che scioglie l’insostituibile individualità insita nell’essere umano, “mortali si preoccupano di seppellire l’idea della morte con la stessa cura con cui sotterrano i morti”. L’intento è riportare in chi legge il senso e la portata della propria insostituibile singolarità.

2) Un aspetto sociale e politico. L’avvento dell’iperterrorismo e del “terrorismo mediatico” come strumento per amministrare la paura pubblica ci proietta in uno stato di allerta permanente per un incidente sempre possibile, sempre annunciato e sempre rinviato. Scrive Paul Virilio nel suo Città panico “il mondo degli affari, come quello della guerra, si ritrova allora in condizioni di assenza di gravità, nell’attesa angosciante del grande incidente, del crac globale che non mancherà di prodursi un giorno o l’altro.

3) In origine la frase era stata pensata con il pronome personale “ti”. Senza di esso la stessa assume un significato tutto interno al mondo dell’arte, dove lo stereotipo del successo artistico a posteriori, successivamente alla morte dell’artista, è sempre molto vivo.

 

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